La rocca fu costruita dagli Aldobrandeschi attorno alla seconda metà del XII secolo, insieme ad essa furono anche iniziati i lavori di costruzione della cinta muraria difensiva che, dalla rocca, si snodava attorno a tutto l'abitato. Posta in posizione dominante rispetto all'intero abitato, la rocca si presenta come un imponente complesso fortificato, costituito da una torre a base quadrata, a cui è addossato un palazzo. Le strutture murarie si presentano in pietra, con alcune feritoie che si aprono ad altezze diverse lungo le pareti della torre; in alcuni punti è presente un basamento a scarpa. Il portale di accesso al palazzo, preceduto da una breve gradinata, si caratterizza per un pregevole arco a tutto sesto. La Rocca Aldobrandesca è il luogo dove tutto è cominciato.
Dalla prima semplice torre che gli Aldobrandeschi edificarono a guardia dei confini settentrionali del loro feudo maremmano, fino alla fortezza che i pisani completarono all’inizio del XIV secolo, è attorno a questo sito che la storia e l’identità della comunità suveretana ha preso forma.
Quello che visiterete non è un classico museo. Vi chiediamo invece di compiere un breve ma intenso viaggio attraverso alcuni episodi che sono rimasti profondamente radicati nella memoria collettiva della nostra gente e ne hanno forgiato l’identità profonda.
Ciò che apparirà evidente è che Suvereto è stato da sempre un luogo “aperto”, di scambio e di contaminazione. Dalla Charta Libertatis, che apriva con forza all’accoglienza di nuovi cittadini, alle ardite novità introdotte da Elisa Bonaparte, alle secolari migrazioni stagionali della transumanza, questo ha delineato nel tempo la vera identità della comunità: non chiusura verso “gli altri” o addirittura “contro gli altri”, ma, al contrario, identità come apertura al nuovo, allo straniero, al diverso, all’altro da sé.
Tutto questo vive ancora oggi nel carattere della gente di Suvereto, nella loro semplice e calorosa capacità di accoglienza, nel loro senso civico, nel loro attaccamento alla libertà.
Per raccontare questa piccola e straordinaria vicenda non serviva un “museo della memoria”. La memoria non è statica, ma in continuo divenire. Serviva un luogo coinvolgente, emozionale, che stimolasse la curiosità e la voglia di partecipare alla costruzione costante di questa memoria e di questa identità. Quindi, visitandolo, non limitatevi a guardare, ma ascoltate, toccate, manipolate.
Buon viaggio.
Museo Rocca Aldobrandesca
Orari e ingresso
È suggerita, ma non obbligatoria, la prenotazione tramite acquisto online dei biglietti, che dà diritto alla riserva del posto, su ticketlandia.com
Per ulteriori informazioni: www.parchivaldicornia.it - tel.0565-226445
In un antico locale di Via Magenta è stato allestito il “Museo artistico della Bambola”. La collezione qui ospitata messa insieme e donata da Maria Micaelli, rappresenta una grande ricchezza culturale, in quanto espressione di una continua evoluzione delle tecniche costruttive e di un’approfondita ricerca dei materiali: legno, cartapesta, porcellana, biscuit, panno.
La campionatura proposta è particolarmente completa e significativa dei mutamenti di stile verificatisi attraverso i secoli e delle diverse tipologie. Gli esemplari presenti provenienti dalle manifatture più svariate d’Italia, sono esposti secondo criteri qualitativi per il loro valore storico e artistico, con intenti informativi e didattici. Di notevole interesse è la sezione dedicata alle bambole della Casa Lenci – fondata a Torino nel 1919 – sicuri manufatti d’artista che divennero un vero e proprio fenomeno commerciale d’oltreoceano duranti gli anni ’30 e ’40. Rappresentativi della sezione delle bambole antiche sono i Bamboli Sardi, coppia di bambolotti con testa in cartapesta dipinta e corpo in panno imbottito, costruiti verso la fine del XIX secolo. La collezione è inoltre costituita da una notevole quantità di bambole realizzate da artisti contemporanei, in particolare le bambole “artistiche” dipinte da Eugen, pseudonimo di un notevole pittore livornese. Al fine di creare un legame fra le bambole di ieri e quelle di oggi, è stata realizzata una sezione dedicata alle bambole degli anni ’50, prodotte in plastica rigida e caratterizzata da occhi mobili e da marchingegni “parlanti”. Infine, per completare la visione e facilitare la comprensione del complesso fenomeno “bambola”, il museo ospita un piccolo book-shop dotato di materiale iconografico, pubblicazione, accessori, bambole di carta ed altro.
Museo Artistico della Bambola
Orari e ingresso
È suggerita, ma non obbligatoria, la prenotazione tramite acquisto online dei biglietti, che dà diritto alla riserva del posto, su ticketlandia.com
Per ulteriori informazioni: www.parchivaldicornia.it - tel.0565-226445
Il Museo di San Giusto, frutto di un impegno congiunto del Comune e della Parrocchia, è il contributo fondamentale di Suvereto al Giubileo dell’anno 2000, punto di una rete più ampia di musei e parchi culturali che si articola sul territorio della Val di Cornia e della Diocesi di Massa Marittima-Piombino.
La sua collezione – sculture, quadri, arredi e paramenti sacri – testimonia l’importanza di Suvereto e della sua Chiesa nel medioevo e nella prima età moderna, mentre il contesto nel quale è collocato, cioè l’edificio stretto tra la millenaria Pieve di San Giusto e la porta principale del paese murato, rende il Museo una tappa irrinunciabile per ogni visitatore di Suvereto. Il Museo, accoglie il patrimonio artistico locale, tra cui si segnalano le statue di legno policromo, attribuite a Lorenzo di Pietro detto Il Vecchietta (XIV sec.), diverse tele a olio del Seicento e la scultura marmorea della Madonna con Bambino di Andrea Guardi.